La Lapponia e la sottile pellicola

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di FEDERICO PACE

Se si cammina negli spazi ampi del Nord, là dove la natura si dispiega senza freni, e non si sente osservata e ostacolata, non si può fare altro che sentirsi ridotti a dimensioni lillipuziane. Lassù, andare a piedi può far provare una sensazione ancor più insondabile di quella che già si intuisce quando la punta delle dita di un piede e il tallone dell’altro si passano di continuo il peso del corpo in quello che sembra un gioco di prestigio di cui siamo inconsapevoli. A nord del Circolo polare artico, al di là di quella linea dove il sole d’estate non tramonta mai, c’è il Kungsleden, ovvero il sentiero dei re. La gran parte di chi viene da Göteborg fino a qui in Lapponia con un treno, sceglie di andare, tra giugno e settembre, da Abisko, il punto estremo a nord, verso sud fino a quella distesa da dove si vede la vetta del Kebnekaise. All’inizio, c’è una specie di casetta di legno sotto la quale si passa per entrare, poi, per oltre quattrocento chilometri, si incontra, la natura più incontaminata d’Europa.

IN LIBRERIA:
—>>>“Senza volo. Storie e luoghi per viaggiare con lentezza”, Federico Pace (Einaudi)
—>>>“La libertà viaggia in treno”, Federico Pace (Laterza)

Lungo il percorso si segue il fiume Abisko che, tra forti correnti e rapide scroscianti, arriva fino al lago che s’apre qualche chilometro poco più in là. La sottile pellicola che altrove separa dal mondo si fa talmente rarefatta da sembrare quasi scomparire. Il pittore espressionista svedese Bengt Lindström, che alternava la sua permanenza tra Parigi e la Svezia, per spiegare le ragioni del suo peregrinare, aveva cercato nello scorrere d’acque irruenti la giusta simbologia e aveva finito per dire che si era fuso con l’acqua e che da allora era divenuto «un’onda vagabonda». Lungo il percorso, ci sono, a una distanza quasi mai superiore ai venti chilometri, le capanne attrezzate dove si compra un po’ di cibo, si sosta e si dorme. Il primo giorno si arriva al rifugio di Abiskojaure: la brughiera infinita, le acque del lago, i monti innevati in lontananza e lo stretto ed esile sentiero su cui passo dopo passo si procede.

Negli anni Sessanta, dopo che i suoi quadri vennero esposti a Parigi alla seconda mostra della Nouvelle Figuration, Lindström cominciò a dipingere soggetti che provenivano dal fondo della memoria e sulla tela presero a emergere quegli spazi che, dalle strade trafficate di Parigi, dovettero sembrargli ancor più aspri, ruvidi e remoti. La seconda tappa conduce fino a Alesjaure. La vegetazione e il paesaggio sono quelli tipici delle zone subartiche: betulle, licheni e rocce. Senza dimenticare le renne.

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Questo percorso è radicato nella memoria collettiva di chi vive in questo spazio incontaminato del nord Europa come fosse una specie di on the road artico dove, chi vuole intraprenderlo sa che non può fare ricorso ad alcun autobus o autostop. Si deve fare conto solo sulla propria arte pedestre. Il protagonista di un libro pubblicato alla metà degli anni Sessanta, scritto da Bosse Gustafsson, raggiunta la maturità compie un viaggio nostalgico proprio lungo il Kungsleden. Arriva qua per ritrovare le tracce di quello che, da giovane, aveva vissuto insieme a Leni, la donna che si accorge di avere amato più d’ogni altra.

Seguendo il sentiero, ci si avvicina alle vette che si innalzano distanti e con la terza tappa si giunge a Tjäktja e poi, alla successiva, a Singi dove il monte Kebne supera i duemila metri. Da qui, per potere raggiungere di nuovo con un autobus Abisko, si va verso est e si arriva a Nikkaluokta. Il romanzo di Gustafsson ha un epilogo malinconico dove ai due protagonisti non viene concessa la possibilità di incontrarsi una seconda volta. Anche Bengt Lindström, quando giunse agli ultimi anni della sua esistenza, parve non potersi più accontentare dei ricordi di quei paesaggi e decise di tornare fino a quassù, dove i bacini lacustri e le conifere fanno pensare che, in alcuni momenti dell’anno, si possa fare a meno di tutto il resto dell’umanità e trovare nella natura quello che a volte non si riesce a trovare neppure dentro di sé.

IN LIBRERIA:
—>>>“Senza volo. Storie e luoghi per viaggiare con lentezza”, Federico Pace (Einaudi)

—>>>“La libertà viaggia in treno”, Federico Pace (Laterza)

L’EBOOK:
—>>>Senza volo. Storie e luoghi per viaggiare con lentezza” da Einaudi
—>>>“La libertà viaggia in treno”, Federico Pace (Laterza)

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NOVITA’:
Il nuovo libro di Federico Pace, “La libertà viaggia in treno” (Laterza), è in libreria a partire da giugno 2016.