In Irlanda perduti in un paesaggio inconoscibile

NGS Picture ID:1508553

di FEDERICO PACE

Non li diresti nemmeno persone o viaggiatori. Li diresti semmai qualcosa che ha a che fare con il pullman stesso. Quasi solo corpi che, in quello spazio concavo, sono stati deposti o dimenticati dalla loro mente, poco prima di andare in un luogo che tu non sai. E mentre loro stanno lì, fermi, immobili, quasi imbalsamati, precipitati in quell’insondabile mondo della propria persona, mentre con gli occhi sembrano non vedere nulla, l’autobus si mette in moto, esce dalla stazione e va.

IN LIBRERIA:
—>>>“Senza volo. Storie e luoghi per viaggiare con lentezza”, Federico Pace (Einaudi)
—>>>“La libertà viaggia in treno”, Federico Pace (Laterza)

Da Dublino a Limerick c’è un pullman della Bus Eireann che parte ogni ora dalle sette e trenta del mattino fino alle otto della sera. Per percorrere tutta la strada si impiegano quattro ore e dieci minuti. Si va, nella provincia di Leinster, verso la contea di Kildare, si passa Naas e si arriva a Kildare dopo un’ora di viaggio. A Portlaoise, nella contea di Laois si arriva verso le undici con le Slieve Bloom Mountains verso ovest. Il figlio Michael ha raccontato che suo padre William Butler Yeats, il poeta e drammaturgo irlandese nato a Dublino, quando andava in autobus, entrava di volta in volta in una specie di trance compositiva. Tanto che, poteva guardare fisso davanti a sé, emettendo una specie di suono sussurrato e battere il tempo con le mani.

Heinrich Böll, durante il suo viaggio in Irlanda, descritto poi nel diario che uscirà nell’agosto del 1961, rimane affascinato dalle vie che uniscono i piccoli centri e anche le grandi città. In Irlanda, appunta nelle pagine del diario, «passerà del tempo prima di poter decidere a chi appartengono le strade, che sono bellissime: muri, muri, alberi, ancora muri e siepi». Poi ancora, «le pietre dei muri d’Irlanda basterebbero per costruire la torre di Babele, ma i ruderi d’Irlanda provano già che sarebbe vano accingersi a costruirla». Quel tempo sembra quasi essere passato. Ora a unire le città ci sono moderne superstrade.

Per molto tempo in Irlanda l’autobus è stato il mezzo che ha messo in contatto spazi altrimenti remoti. Il Connemara Bus, che iniziò a viaggiare nel 1932 attraverso la regione occidentale dell’Irlanda, trasportava le donne che abitavano in campagna isolate dal resto del mondo fino al mercato a Galway. Qui trovavano tutto quello che non riuscivano a tirare fuori dalla terra e dalle loro fattorie.

Così avviene per lo più in corriera anche quella specie di peripatetico rientro che la famiglia dello scrittore Franck McCourt compie una volta approdata in Irlanda dopo il lungo viaggio in nave dagli Stati Uniti. Nelle sue memorie è un susseguirsi di corriere, pullman e autobus che vanno senza pausa da un paesino all’altro: «una settimana dopo arrivammo a Moville, nella contea di Donegal, dove prendemmo una corriera per Belfast e da Belfast un’altra corriera per Toome, nella contea di Antrim». Cercavano i soldi, anche solo per prendere un pullman. Andavano a chiederli al nonno paterno che li spedì a Dublino. Ovviamente in pullman.

Dopo avere sistemato il baule sul tetto della corriera, il padre, poi tutti gli altri, si fermano a guardare al di fuori del finestrino l’enorme specchio d’acqua argentea, il Lough Neagh, il più grande lago d’Irlanda. Anche dentro il loro autobus, come in ogni autobus, c’era qualcuno che stava come impassibile, perduto in un paesaggio inconoscibile. La madre del piccolo protagonista, mentre tutti stanno fissi a guardare di fuori, a vedere lo splendore del paesaggio e ad ascoltare le fantasie dei resoconti del padre, in disparte, «con la guancia poggiata sulla testa di Olivier» non fece altro che continuare a «fissare il pavimento della corriera».

Poco dopo le undici, l’autobus arriva a Nenagh nella contea di Tipperary e poco dopo le dodici infine entra a Limerick. Quelle stesse persone che stavano come deposte non sembrano ancora essersi svegliate. È in quei momenti che capita di provare un poco di invidia per quelle misteriose destinazioni, inarrivabili per noi, in cui riescono a giungere, insieme a Yeats e la madre di McCourt, quegli esseri assorti che stanno sopra ogni autobus.

IN LIBRERIA:
—>>>“Senza volo. Storie e luoghi per viaggiare con lentezza”, Federico Pace (Einaudi)

—>>>“La libertà viaggia in treno”, Federico Pace (Laterza)

L’EBOOK:
—>>>Senza volo. Storie e luoghi per viaggiare con lentezza” da Einaudi
—>>>“La libertà viaggia in treno”, Federico Pace (Laterza)

CONTATTI:
Email: federico.pace@senzavolo.it

SOCIAL NETWORK:
https://twitter.com/FedericoPace_
La pagina di Senza volo su Facebook

NOVITA’:
Il nuovo libro di Federico Pace, “La libertà viaggia in treno” (Laterza), è in libreria a partire da giugno 2016.