Berlino, Praga e le vene d’Europa
di FEDERICO PACE
Quando ti metti in viaggio, qualcosa si deposita sempre ai tuoi piedi. Come un dono o un cucciolo che raccoglierai e porterai con te. Può essere il fiume dei viaggiatori che s’agita nei meandri della moderna stazione centrale di Berlino. Il rossore disperato del viso di un ragazzino che non vuole saperne di partire. Una mano che, d’improvviso, frulla il suo saluto. O la corsa di chi, sul ciglio del binario, vuole vedere di nuovo, anche solo per un istante, le linee familiari di un volto. La solitaria arditezza di chi parte senza compagnia, l’eccitazione cameratesca dei gruppi e la confidenza antica delle coppie. Oppure il colore dell’abito della donna che, davanti a te, porta un bagaglio con la stessa intraprendente pazienza con cui ciascuno, non appena uscito dall’isola dell’infanzia, impara a sostenere le solitudini e le allegrie.
IN LIBRERIA:
—>>>“Senza volo. Storie e luoghi per viaggiare con lentezza”, Federico Pace (Einaudi)
—>>>“La libertà viaggia in treno”, Federico Pace (Laterza)
L’EuroCity EC 173 parte da Berlino alle otto e quarantotto del mattino. Il treno procede verso sud attraverso il Brandeburgo. Va verso il cuore della Boemia. Per andare da Berlino fino a Praga si impiegano quattro ore e trenta minuti. E’ uno di quei viaggi lungo le vene profonde dell’Europa. Uno dei varchi segreti e intimi del Continente. Lungo questo stesso percorso hanno viaggiato uomini e donne. Chi è stato amato e chi è stato odiato. Chi è stato dimenticato e chi è divenuto parte di un’intera cultura. Dadaisti, scienziati, uomini in fuga. Pittori, ladri e donne innamorate. Ciascuno si è messo in moto per proprie ragioni. Quelli che, in migliaia, quando c’era ancora il muro, prendevano disperatamente i treni per la libertà per andare da Praga verso ovest. Il corridore Emil Zapotek che, nella sua solitaria ostinazione, si allenava in bici proprio nel tratto che separa Praga da Berlino.
Anche Albert Einstein, lo scienziato dalle inattese e tempestose relazioni d’amore, prese questo treno. Nel 1912, quell’insolito pensatore, proprio tra Praga e Berlino, andò intessendo uno dei suoi più enigmatici rapporti con la cugina che poi sposò dopo qualche anno. E poi Franz Kafka, lo scrittore che venne a Berlino poco prima di morire. Per vivere con l’unica donna, le meno conosciuta di tutte, che sembrò potere amare, infine, di un amore maturo e completo.
Il treno prosegue verso la Sassonia. Aveva ragione l’amico, è bene scegliere un finestrino sul lato di sinistro della direzione di marcia. Il panorama è più bello ancora di quanto già non sia. Soprattutto quando, poco dopo le undici, hai superato Dresda. Quando la gran parte dei viaggiatori, tedeschi laboriosi, sono ormai lontani dai vagoni. Da qui il treno sembra quasi siglare un patto con il tortuoso andamento del fiume Elba. Alle undici e trentacinque si arriva a Bad Schandau.
Tutto è verde, roccia e precipizi. Non è ancora mezzogiorno quando si è a Decin. In questi tratti ti perdi. Nelle gole dei canyon e nelle caverne. Lì dove emergono le tracce, e la vera memoria di un corpo, la Terra, che si trasforma in tempi lunghissimi e diviene, ai nostri occhi, puro paesaggio. Sofferto e meraviglioso. Uno spazio che, con una certa arditezza, diresti quasi etrusco. Poi alle 12 e 13 a Usti nad Labem nel cuore della Boemia settentrionale. I Monti Metalliferi in lontananza. C’è una donna anziana seduta qualche posto più in là. Il suo viso antico come la pietra. Il colorito della pelle. I rossori delle guance. La tristezza dello sguardo.
Da queste parti, diverse volte, quando ancora era impiegato, veniva inviato Franz Kafka. Nei suoi diari e nelle lettere c’era tutto il fastidio per quei viaggi imposti dal lavoro che lo trascinavano lontano dalla sua tana e dal suo sé. Dalla scrittura. Anche il viaggio, pensi allora, può essere costrizione. Aberrazione. Divisione da sé.
Fuori c’è la luce, il verde e la pietra. Il viaggio ti lascia ancora il tempo per qualche meraviglia, poi il treno infine arriva alla stazione di Praga Holesovice. E’ da poco passata l’una e un quarto. Non sai ancora qual è il cucciolo che ti sei chinato a raccogliere. Solo domani, o ancora più in là, lo scoprirai.
IN LIBRERIA:
—>>>“Senza volo. Storie e luoghi per viaggiare con lentezza”, Federico Pace (Einaudi)
—>>>“La libertà viaggia in treno”, Federico Pace (Laterza)
L’EBOOK:
—>>>“Senza volo. Storie e luoghi per viaggiare con lentezza” da Einaudi
—>>>“La libertà viaggia in treno”, Federico Pace (Laterza)
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NOVITA’:
Il nuovo libro di Federico Pace, “La libertà viaggia in treno” (Laterza), è in libreria a partire da giugno 2016.