In Svezia, le betulle e l’arrivo dell’estate

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di FEDERICO PACE

Si esce dalla stazione centrale di Malmö quando il sole è ancora alto. Neppure il tempo di salutare con la mano. Si va verso nord-est. Il treno è un SJ 2000 (ex X2000), uno di quei convogli robusti e grigi e a alta velocità. Più di seicento chilometri in quattro ore. Si attraversa tutto il pianeggiante Gotaland, la regione meridionale della Svezia.

IN LIBRERIA:
—>>>“Senza volo. Storie e luoghi per viaggiare con lentezza”, Federico Pace (Einaudi)
—>>>“La libertà viaggia in treno”, Federico Pace (Laterza)

Il cielo è mutevole. Prima inquieto e poi dolcissimo, nel giro di pochi istanti. Quasi subito si arriva a Lund, poi si passa per Hässleholm e la spoglia stazione di Alvesta. Negli attimi successivi a quelli in cui ci si è separati da una persona che si sa di non rivedere più, si tiene in mano il piccolo oggetto che ci ha donato e si prova la stessa vertigine dell’archeologo alle prese con l’unico manufatto sopravvissuto di un’intera civiltà scomparsa.

Fuori dal finestrino intanto sfilano campi verdi e rari trattori in lontananza. Poi le betulle, flessuose e fragili come cerbiatti. Con gli esili tronchi d’avorio si avvicinano alla ferrovia e si innalzano con le punte verso le profondità d’azzurro. In tutta Europa questi alberi, che meglio di altri sopportano il freddo, quasi per un paradosso, sono associati alle feste di primavera. Al risveglio della vita. E della luce.

In Svezia le dimore estive, spiega Orvar Löfgren in Storia delle vacanze, prendono soprattutto nomi dedicati alle divinità femminili dell’estate. Sono una «sorta di invocazione magica a una vacanza utopistica di interminabili giornate di sole». Tutto questo cielo, tutta questa luce, ora, in questo spazio di mondo sembrano una compensazione a un’altra, dolorosa, privazione.

Il treno intanto arriva a Nässjö. Sono in pochi a salire. Qualcuno addenta un panino. Un uomo d’affari guarda un film al pc con la cuffietta. Per alcuni il panorama bidimensionale del paesaggio è noioso e ripetitivo. Ad altri pare invece di ritrovarci qualcosa di inatteso ad ogni istante. Il treno comincia a salire e, se possibile, le betulle si fanno ancora più aguzze e si stringono le une alle altre.

In Siberia, gli sciamani, si arrampicavano durante le trance, fin sopra le punte di questi alberi per cercare di avvicinarsi alla dimora degli dei. Provo ad immaginarli inerpicarsi fino a lì sopra. Ora si vede un lago battuto da un vento improvvisamente iracondo. Cupa è metà del cielo. Azzurrissima, l’altra. Le nuvole precipitano all’orizzonte. Si arriva a Linköping. Qualche attimo e il treno riparte.

Il viaggio è una fuga da qualcosa che non sappiamo più sostenere. Forse per questo è anche una specie di catarsi. Quando ci si mette in moto, per il solo fatto di fare un passo dopo l’altro, ci si lascia alle spalle non solo un luogo, ma anche un’emozione, una colpa o un gesto non compiuto. Si direbbe quasi che ci si inoltra in una specie di futuro più sgombro. E mentre il treno va verso nord-est, e Stoccolma è ancora lontana, pare quasi, per il solo fatto di muoversi, di lenire una ferita.

IN LIBRERIA:
—>>>“Senza volo. Storie e luoghi per viaggiare con lentezza”, Federico Pace (Einaudi)

—>>>“La libertà viaggia in treno”, Federico Pace (Laterza)

L’EBOOK:
—>>>Senza volo. Storie e luoghi per viaggiare con lentezza” da Einaudi
—>>>“La libertà viaggia in treno”, Federico Pace (Laterza)

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NOVITA’:
Il nuovo libro di Federico Pace, “La libertà viaggia in treno” (Laterza), è in libreria a partire da giugno 2016.