L’Isola di Skye e un’altra piccola onda

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di FEDERICO PACE

Anche un’onda smette di essere tale. Anche un’onda, in un solo istante, smette di essere un’increspatura di mare per andare a quietarsi dentro le profondità delle acque. Forse per questo, le si presta attenzione. Forse è per questo che, quando si sta a bordo di un battello affacciati alla ringhiera, si sta quasi sempre lì, a cercare quel piccolo biancore. Vicino o lontano che sia. Si sta lì ad osservare quell’esile piegatura d’acqua vibrare in infinite gocce e poi dissolversi. Si resta, anche durante un viaggio dalla breve durata, a vederle prima irrequiete e poi esauste ritornare ad essere solo mare. Nessuna formula matematica, elaborata per spiegare la natura di quel moto, alle volte costante e ripetitivo, altre improvviso e irruente, può impedire che ci si affacci e, seppure distrattamente, ci si metta a cercarla all’orizzonte. Un’onda. Un’altra piccola onda.

IN LIBRERIA:
—>>“Senza volo. Storie e luoghi per viaggiare con lentezza”, Federico Pace (Einaudi)
—>> “La libertà viaggia in treno”, Federico Pace (Laterza)
—>> “Controvento”, Federico Pace (Einaudi): in libreria dal 16 maggio 2017

Il natante che si prende il carico di andare da Mallaigg a Armadalle impiega trenta minuti per portare in Scozia dalla costa nord ovest delle Highlands fino all’Isola di Skye, la regina più a nord delle Ebridi Interne, in quelle che sono le più antiche terre emerse delle isole britanniche. A bordo del Coruisk possono salire fino a duecentocinquanta passeggeri. Non è molto lungo né stretto, misura sessantacinque metri per quattordici, e procede nelle acque a una rispettabile velocità di quattordici nodi. Si tratta di colmare sette miglia marine.

In quel lungo racconto di Virginia Woolf che è Gita al Faro (da cui è stato tratto un film da Kenneth Branagh), ad un certo punto James Ramsey durante il passaggio in barca dall’Isola di Skye verso il faro, in quella gita che infine accade dopo che la grande tragedia ha segnato la famiglia protagonista della storia, si volta a guardare la riva che “pareva sottile, remota, irreale”. Pure se avevano appena percorso una breve distanza, la riva sembrava aver già cambiato aspetto. Solo dopo un po’ riesce a distinguerla nel mare più agitato. E quando la vede, gli pare di vedere se stesso passeggiare sul terrazzo della casa. In quel viaggio, triste e mesto, compiuto solo dopo un tempo infinito, rinviato e atteso, “gli scogli sembrano consapevoli delle navi, e le navi consapevoli degli scogli, come se l’un l’altro si scambiassero un messaggio segreto. Il Faro, a volte vicinissimo a riva, stamani, nella nebbia, sembrava a una distanza enorme”.

Le isole e le onde sembrano intrecciare una relazione segreta e insondabile ai nostri occhi. Gli orli irregolari delle prime, quasi attraggono e provocano il moto delle seconde. Le coste di questi frammenti di terra rendono tutto ancor più complesso. Uno dei primi che si mise a misurare il moto ondoso, era uno scozzese. Si trattava di Thomas Stevenson che costruiva fari e porti ed era il padre di quello scrittore che da questo angolo di Scozia aveva preferito migrare, pur in maniera dilettantesca, negli Stati Uniti. Da Glasgow, dal molo di Broomielaw, a bordo della Tail of the Bank, per inseguire il volto di Fanny che lo aveva chiamato dall’altra parte dell’Oceano. Stevenson, il padre, quello che studiava le onde, disegnò i fari per molte delle piccole isole di queste parti: South Rona, Kyleakin e Ornsay. Fu lui a mettere a punto il dispositivo in grado di misurare la pressione esercitata dalle onde nell’urto contro le strutture delle opere marittime. Velocità e durata del vento, dicono le formule, influenzano in modo preciso la lunghezza dell’onda e la sua altezza in base al Fetch, ovvero il tratto di mare interessato. E’ difficile tenere queste nozioni nella stessa stanza della propria mente dove si è andata a collocare, senza sapere come, l’immagine dell’onda che s’infrange qualche metro più in là verso l’orizzonte.

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Il Coruisk si avvicina verso Armadale. L’approdo è a sud dell’Isola di Skye. Il traghetto procede con la poppa davanti. Solo quando il clima è particolarmente avverso, allora il Coruisk è forzato ad affrontare il mare con la prua davanti. Il periodo dell’onda, ovvero il tempo ricorrente tra il passaggio di due creste successive, pare il respiro del mare. Disteso e tranquillo, quando scivolano morbide. Quel soffio diventa contratto, nervoso, affrettato, quando invece le creste s’alzano improvvise verso il cielo.

“A sinistra – scrive la Woolf per descrivere l’approdo al faro – una fila di scogli affioravano scuri nell’acqua che lì si faceva più bassa e più verde, e su uno scoglio più alto degli altri, un’onda si infrangeva incessante, schizzando un getto di gocce che ricadevano giù a scroscio. Si sentiva lo schiaffo dell’acqua, il picchiettio delle gocce che cadevano”.

Sull’isola ci sono più di duecento specie di uccelli. Nella vegetazione selvaggia ci sono frassini, betulle, noccioli e alberi di sorbo. Quando i Beatles si erano sciolti da poco, fuggì qui il chitarrista George Harrison, forse il componente più introverso e meno conosciuto del gruppo. Nessuno sembrò disturbarlo. Nelle foto riprese dalla compagna dell’epoca, su quell’isola, Harrison appare come un mistico più che un rocker.

Dal 1995 esiste un ponte che mette in contatto le Highlands con l’isola di Skye, eppure pare ancora preferibile salire di un traghetto. Per vedere un’onda. Per sentire il respiro del mare.

—>>“Senza volo. Storie e luoghi per viaggiare con lentezza”, Federico Pace (Einaudi)
—>> “La libertà viaggia in treno”, Federico Pace (Laterza)
—>> “Controvento”, Federico Pace (Einaudi): in libreria dal 16 maggio 2017

L’EBOOK:
—>>>Senza volo. Storie e luoghi per viaggiare con lentezza” da Einaudi
—>>>“La libertà viaggia in treno”, Federico Pace (Laterza)

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NOVITA’:
Il nuovo libro di Federico Pace, “Controvento” (Einaudi), sarà in libreria a partire da martedì 16 maggio 2017.