In bici nel Regno Unito e il verso di un percorso

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di FEDERICO PACE

Quando d’inverno si sta nel buio di una stanza e prima di uscire si cerca senza vedere d’indossare un maglione, in silenzio per non fare svegliare chi dorme lì vicino a noi, si cerca sempre di riuscire a indovinare il verso giusto ed evitare di confondere il diritto con il rovescio. Anche lontani dal quel mondo buio racchiuso tra le ante di un armadio, all’aria aperta in una giornata di sole in sella a una bici, si spera sempre di aver capito bene qual è il verso migliore per percorrere un sentiero, una strada o un percorso ciclabile che ci hanno consigliato vivamente per la maestosità del paesaggio. Perché, se è vero che quel che vedi rimane lì ad aspettarti al bordo della strada, quando sbagli il verso, allora puoi star certo che è molto peggio di andare in ufficio indossando il maglione al rovescio. Una strada, se viene presa verso oriente quando invece dovresti prenderla verso occidente, soprattutto quando si sta su di una bici, può svelare d’improvviso una natura impraticabile dove s’incontrano avvallamenti e ostinate masse d’aria atmosferiche. L’andata si capisce, è sempre diversa dal ritorno.

IN LIBRERIA:
—>>>“Senza volo. Storie e luoghi per viaggiare con lentezza”, Federico Pace (Einaudi)
—>>>“La libertà viaggia in treno”, Federico Pace (Laterza)

Per la pista ciclabile che nel Regno Unito unisce la costa della contea di Cumbria, sul mare d’Irlanda, con la sponda del mare del Nord da dove partono le navi per la Scandinavia, a suggerire il verso è il vento. Un soffio insistente e deciso che, su questa strada che corre lungo quel parallelo dove la figura della Gran Bretagna diviene più snella, spinge quasi sempre da ovest verso est. Più di diecimila ciclisti, ogni anno, partono proprio per questa ragione, dalla città portuale di Whitehaven e vanno verso oriente. All’inizio del percorso, proprio sul porto, c’è una specie di opera architettonica essenziale dove le tre iniziali del nome della ciclabile sono state ritagliate in una lastra fine quasi a simboleggiare che prima di ogni cosa la bici è vuoto, sottrazione e leggerezza.

Sulla costa del mare d’Irlanda ci sono diverse decine di torri eoliche che cercano di trasformare quella forza impalpabile che soffia in energia. A lungo qui si è pensato che questa sarebbe stata la soluzione migliore per fare in modo che le luci nelle case si potessero accendere senza insidiare l’ambiente. Poi, ci si è accorti che queste gigantesche strutture, questi mulini a vento mastodontici, aggrediscono la purezza e selvatichezza del paesaggio e molti hanno cominciato a protestare e a far sì che non ne venissero più costruiti. Il ciclista è meno invasivo delle torri, e dal vento cerca di trarne beneficio senza deturpare il paesaggio. Passa e va. Come se ci fossero issate delle vele, chi sta su di una bici, cerca sempre di farsi sospingere da un soffio favorevole. Si attraversano sentieri ciclabili in terra battuta che portano lungo campi sotto il sole, strade asfaltate locali, piste ciclabili realizzate appositamente. Solo di rado si passa per le strade trafficate dei centri urbani. Le terre attraversate sono quelle del distretto dei laghi. Si tocca Keswick sulle acque del Derwent. Poi nella valle del fiume Eden e poi attraverso la catena montuosa e collinare dei Pennini che attraversa il Regno Unito è che qui divide la Cumbria dal Durham.

Alle volte tra andare e tornare le differenze si sentono non solo per una discesa o una salita. Alle volte sono altre ragioni a pesare. Le cose che ci si porta dentro, le persone che si lasciano alle spalle. In un’estate assolata del 1911, il filosofo inglese Bertrand Russell si ritrovò ogni mattina a partire con la sua bici dal piccolo centro di Ipsden per andare a Rotherfield Peppard, il paese dove trascorreva le vacanze Ottoline, la donna di cui si era improvvisamente innamorato. Russell rimaneva lì tutto il giorno ma non poteva restare a dormire da lei perché aveva siglato un accordo con la sua ex moglie e l’ex marito di lei. Gli concedevano d’incontrarsi, ma gli vietavano di trascorrere la notte sotto lo stesso tetto. Nessuno meglio di lui, si può dire con certezza, dovette comprendere quanto può essere incomparabilmente diversa una palpitante andata mattiniera da un ritorno solitario mentre alle spalle ci si lascia chi ci vorrebbe ancora vicino a lei.

La strada, superati i monti, prosegue in discesa verso valle e il tratto ondulato verso Nenthead e Rookhope. E poi giù, verso Consett. Da qui il percorso diventa ancor più piano prima di arrivare a Sunderland nella contea di Tyne and Wear a un passo dal mare del Nord. A tornare indietro, ad azzardare il ritorno sul rovescio del sentiero, sono solo in pochi, quelli che, giunti fino a questo orlo di mare che guarda verso nord, non riescono a resistere alla tentazione di verificare personalmente quanto sia scomodo andare contro vento.

IN LIBRERIA:
—>>>“Senza volo. Storie e luoghi per viaggiare con lentezza”, Federico Pace (Einaudi)

—>>>“La libertà viaggia in treno”, Federico Pace (Laterza)

L’EBOOK:
—>>>Senza volo. Storie e luoghi per viaggiare con lentezza” da Einaudi
—>>>“La libertà viaggia in treno”, Federico Pace (Laterza)

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NOVITA’:
Il nuovo libro di Federico Pace, “La libertà viaggia in treno” (Laterza), è in libreria a partire da giugno 2016.