In treno verso Nord cercando la luce del Canada
di FEDERICO PACE
Se si sta in dormiveglia su di un treno, con un occhio appena socchiuso e l’altro semiaperto, in quello stato a metà strada tra l’incoscienza e il sonno, è frequente che si riesca ad ascoltare brandelli di discorsi, frammenti di parole che sono, o ci paiono, pronunciati dai nostri compagni di viaggio. A parlare è ora l’uno, ora l’altra. Poi s’inserisce anche la voce di uno sconosciuto, di uno che passa di corsa lungo lo scompartimento. Una frase smozzicata. Una lingua di pensiero che abbiamo presa per la coda. Quelle parole si sovrappongono l’una all’altra componendo, dentro di noi, un senso quasi surreale. Un senso però che, se mai quelle parole ne hanno uno, ci sfugge costantemente. Si tratta forse di un sogno. O forse no. In sottofondo, di certo, sentiamo il basso continuo del rumore che fanno le ruote quando sobbalzano sui giunti delle rotaie. In quello stato, quasi ci dimentichiamo di dormire e restiamo avviluppati in quella cantilena come fosse la bava della rete di un ragno o il bandolo di una matassa che ci porta in un altro tempo. Poi, quando riusciamo a svegliarci, quella cantilena evapora e svanisce. Allora, davanti a noi ritroviamo solo i volti, interrogativi e distratti, dei nostri compagni occasionali.
IN LIBRERIA:
—>>>“Senza volo. Storie e luoghi per viaggiare con lentezza”, Federico Pace (Einaudi)
—>>> “La libertà viaggia in treno”, Federico Pace (Laterza)
Il pianista canadese Glenn Gould, nel 1964, è salito su di un treno per andare sull’orlo della baia di Hudson. Diritto nel cuore del Canada con quello che oggi si chiama The Hudson Bay e va da Winnipeg a Churchill. Un treno che attraversa da sud a nord tutto la provincia di Manitoba e porta nella vasta regione subartica e poi oltre il 58° parallelo. Sono circa trentasei ore per quasi mille e settecento chilometri. Il treno parte alle otto di sera e va verso ovest per costeggiare nella notte il lago Manitoba e il lago Winnipegosis. Verso le nove del mattino del primo giorno di viaggio si arriva a The Pas. Da qui gli spazi che attraversa non lasciano immutati i pensieri di chi prova ad avvicinarsi al Polo Nord. Tundra, taiga e ghiaccio. Glenn Gould una volta confessò che uno dei suoi sogni era quello di trascorrere un intero inverno al Polo Nord. Cosa cercasse si può solo cercare di intuire. Di certo non esitava a isolarsi pur di scavare nel suo abisso alla ricerca di ispirazione e concentrazione. Quell’esperienza non gli riuscì, almeno che si sappia, ma il pianista, in quella sua ricerca di Nord, trovò in quel treno la migliore approssimazione possibile del sogno. Il treno lo sedusse. Così come il paesaggio. Il treno prosegue e raggiunge Wabowden a ora di pranzo. Si procede verso spazi sempre più isolati.
Gould, qualche anno dopo quel viaggio, intervistò cinque persone che in tempi diversi avevano preso quel treno e chiese loro di raccontare quale fosse il senso di quell’andare verso Nord. Ciascuna di loro aveva avuto esperienze diverse. Ciascuno era andato verso Churchill per ragioni non comparabili a quelle degli altri. Chi per compiere una spedizione geografica, chi per svolgere un semplice lavoro quotidiano. Tutti loro avevano avuto una profonda esperienza a quella latitudine così speciale. C’erano un geografo-antropologo, un controllore, un funzionario del governo, un’infermiera e un sociologo. Il 27 dicembre del 1967 sulle frequenze di Radio Canada il radio-documentario di Gould andò in onda. Le voci dei cinque erano sovrapposte le une alle altre. In una specie di contrappunto. Le parole erano ora discordanti, ora concordanti, si inseguivano, si sovrapponevano, si contrapponevano. Il volume delle voci saliva e scendeva e alcune, per un po’ rimanevano in lontananza, mentre altre salivano fino a essere più chiaramente discernibili. In sottofondo il rumore dei sobbalzi dei vagoni sulle rotaie. Se si riascoltano ora quelle voci, sembra di stare su quel treno.
Da quelle voci in contrappunto, emerge d’un tratto l’infermiera che racconta come, più ci si addentri verso la baia di Hudson, più quella terra piatta faccia quasi spavento perché pare di avviarsi verso uno spazio senza fine. Poi la voce della donna diventa più remota. Per un po’, come se stessimo in dormiveglia, si cerca ancora di ascoltarla. In quel momento, quando ancora cerchiamo di capire cosa sta dicendo la donna, emerge una nuova voce di uomo. Questo, dice l’uomo, non è un viaggio per cultori dei record. Sarebbe infantile. Qui non si tratta di fare a gara a chi riesce ad andare più a Nord. O a stare in viaggio per più giorni. Non si tratta di questo. Venire fino a qui, non è uno sport estremo. Ma qualcosa di più. Poi, nel ta-ta-tan ta-ta-tan, la voce s’affievolisce e un altro dei testimoni racconta come qui, in questi spazi, dove tutto sembra così ampio, così gigantesco, diventa inesorabile ridimensionare se stessi.
La seconda notte arriva dopo che il treno passa per Thompson. A Gould interessava capire gli effetti dell’isolamento sull’animo dell’uomo. Si trattava di provare ad avvicinarsi e vedere cosa succede quando l’io riesce a rimanere in compagnia solo di se stesso. Qui ci sono le foreste di pini, abeti e larici. La taiga che cinge la parte meridionale della tundra. Il terreno è coperto da muschi e licheni. Gould racconta di essere sempre stato affascinato da quelle distese. Ma ammette che seppure ha provato ad avvicinarsi non è mai riuscito a penetrarle sino in fondo. «E il Nord per me è rimasto un luogo conveniente di cui sognare, di cui raccontare, e alla fine, da cui fuggire». Quando al mattino, prima di arrivare alle 8.30 a Churchill, si guarda fuori dal finestrino, è difficile non pensare alle voci di Glenn Gould.
IN LIBRERIA:
—>>>“Senza volo. Storie e luoghi per viaggiare con lentezza”, Federico Pace (Einaudi)
—>>>“La libertà viaggia in treno”, Federico Pace (Laterza)
L’EBOOK:
—>>>“Senza volo. Storie e luoghi per viaggiare con lentezza” da Einaudi
—>>>“La libertà viaggia in treno”, Federico Pace (Laterza)
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NOVITA’:
Il nuovo libro di Federico Pace, “La libertà viaggia in treno” (Laterza), è in libreria a partire da giugno 2016.