L’intero universo lungo la Senna

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di FEDERICO PACE

Quanto più le acque sono tranquille, tanto più esse sembrano immote e limpide, tanto più esse, possono invece celare una varietà e una natura inattesa. Una natura che, se osservata da vicino, si scopre multiforme e tanto più elusiva. Così, anche nell’andare lungo un fiume, in una navigazione fluviale che contiene un che di domestico, dove sempre si può attraccare e toccare le sponde con le mani, sembra necessario avvicinarsi quanto più possibile all’acqua per capirne davvero la natura. Sulla Senna, le acque scorrono placide e lente. È una specie di serpente che tortuosamente cerca la strada verso il mare del Nord. Sinuosamente si allunga per quasi ottocento chilometri per percorrere uno spazio che in linea d’aria ne vale la metà. È da sempre navigabile. La prima nave a vapore fu quella su cui J. C. Terrier, nel 1775, percorse la Senna vicino a Parigi. Ci vollero una quarantina di anni prima che il primo battello a vapore, la Charles-Philippe, desse il via a un servizio di linea per i passeggeri. Era stato costruito nello stesso anno a Parigi dal marchese Claude D. E. Jouffroy d’Abbans e lo si può vedere su una incisione a colori attribuita a Philibert Louis Debucourt.

IN LIBRERIA:
—>>>“Senza volo. Storie e luoghi per viaggiare con lentezza”, Federico Pace (Einaudi)
—>>>“La libertà viaggia in treno”, Federico Pace (Laterza)

La motonave, una delle tante che oggi scivola sulle acque della Senna, salpa da Parigi verso le sei del pomeriggio. Si naviga nella notte e da bordo si possono distinguere la Tour Eiffel, il Grand Palais, l’Orangerie, il Louvre e Notre-Dame. Che questo fiume abbia qualcosa di segreto nelle sue interiora d’acqua lo lascia presagire per primo quel film di Jean Vigo ambientato su di una chiatta che, dalla provincia verso Parigi, risale la Senna. Un natante dal nome Atalante, poco più piccolo di quelli di oggi, dove si svolge la storia del capitano Jean e di Juliette, la sua giovane sposa. Il fiume e il battello sono l’arena dove prima le gioie e poi le tensioni della giovane coppia si svelano. Le sponde si fanno quasi più strette via via che quel loro viaggio procede.

Nel viaggio di oggi, mentre fuori c’è la notte, scivolano i piccoli centri di Argenteuil, Colombes, Houilles, Nanterre e Rueil-Malmaison e poi la Senna compie la sua prima piega a gomito e risale verso nord. Al mattino le scaglie luminose dell’acqua. I riverberi brillanti. Il pittore Claude Monet trascorse la sua intera vita lungo le coste di questo fiume cercando di catturare la mutevole espressività della luce sull’acqua. Poco fuori Parigi o anche nel suo delta. Da Grenouillère ad Argenteuil. Da Vétheuil a Giverny. E poi persino a Honfleur e a Le Havre. Del fiume dipingeva ogni cosa come se in quel fiume potesse essere trovato l’intero universo. L’acqua mutevole, le dolci rive, il bacino, i ponti, le passeggiate, i velieri, le chiatte, i prati, le vele riflesse. Le albe e i tramonti. La luce d’estate e quella d’inverno. Monet, che si era costruito un battello-atelier per stare più vicino a quella fugacità, lo percorreva ogni giorno fino alla spossatezza.

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Con il battello si passa la città di Conflans-Sainte-Honorine. Poi ancora un breve procedere disteso e poi una curva verso destra fino a trovare Vétheuil in un altro gomito. Anche qui Monet ha cercato di fermare la personalità del fiume. Si alzava alle tre del mattino per entrare nella sua arena d’acqua prima che sorgesse l’alba. Nella serie dei dipinti raccolti sotto il nome I mattini della Senna è rimasto trattenuto quel che vedeva in quelle albe prima scure e poi luminose. Si passa poi Giverny sulla destra, e al secondo giorno di viaggio si ritrova Vernon sulla sinistra. Da queste parti, tra il fiume Epte e la Senna, Monet trascorse la vita dal 1883 sino alla fine dei suoi giorni nel 1926. «Questo fiume, – scrive il pittore, – che si abbassa e risale, un giorno verde, poi giallo, talora secco, domani sarà un torrente, dopo la terribile pioggia che cade un momento».

Nel film di Vigo, Juliette a un certo punto rimane a terra a uno degli approdi e Jean si ritrova su quel battello a misurarsi con le sponde e le acque della Senna. Solo, con père Jules e il mozzo. A un certo punto, il giovane capitano si ricorda di quello che Juliette gli aveva detto. Di quel proverbio francese che lei gli aveva ricordato quando stavano, ancora felici, insieme sul battello. È nell’acqua, quando si sta a occhi aperti, sotto il pelo delle onde, che si vede il volto di chi si ama. Così Jean, per tornare a vederla, con un gesto che Monet forse gli avrebbe invidiato, si getta tra i flutti. Vigo, che in precedenza aveva ripreso in un piccolo documentario le imprese di un nuotatore, inseguì le capriole e le evoluzioni dell’uomo sotto il pelo dell’acqua finché non apparve il luminoso volto di lei e la sua figurina bianca.

Con il battello si prosegue finché sulla sinistra ci si trova la Foresta di Fontainebleau per poi arrivare a Les Andelys. Qui le rive sono più scoscese e si vedono le rocche dove dominano le rovine del Castello Gaillard che venne costruito da Riccardo Cuor di Leone. Si arriva a Rouen, la capitale dell’alta Normandia, quando sono passate da poco le tredici. La cattedrale della città e la piazza del mercato dove venne arsa Giovanna D’Arco. Poi il gotico della chiesa di Notre-Dame e in serata si continua in direzione di Caudebec-en-Caux.

Il quarto giorno si arriva poi nel porto di Honfleur con la chiesa di Santa Caterina. Nelle ultime immagini del film di Vigo, dopo che Juliette è ritornata a bordo dell’Atalante, si vede la Senna dall’alto in una ripresa dal cielo: le acque placide, lo scorrere tranquillo e le chiatte. Tutto, dopo quella immersione di Jean, sembra infine diverso. In quelle immagini imperfette e mosse, tremolanti e zigzaganti, che chiudono il film, in quelle immagini che arrivano dal passato, pare emergere, per un solo istante, tutta la segreta meraviglia cercata per una vita da Monet, quella segreta meraviglia che la Senna conserva, forse, sotto il pelo dell’acqua.

IN LIBRERIA:
—>>>“Senza volo. Storie e luoghi per viaggiare con lentezza”, Federico Pace (Einaudi)

—>>>“La libertà viaggia in treno”, Federico Pace (Laterza)

L’EBOOK:
—>>>Senza volo. Storie e luoghi per viaggiare con lentezza” da Einaudi
—>>>“La libertà viaggia in treno”, Federico Pace (Laterza)

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NOVITA’:
Il nuovo libro di Federico Pace, “La libertà viaggia in treno” (Laterza), è in libreria a partire da giugno 2016.